*Titolo coperto dal diritto di autore.

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Nasco quasi allo scadere del lontano 18 settembre 1977.

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Rischio la vita ancor prima di venire al mondo, a causa del cordone ombelicale attorcigliato al collo, e intuisco subito che da quel momento tutto sarebbe stato un'impresa. Neanche il tempo di vedere la luce e vengo preso a schiaffi dal dottore visto che non piangevo a causa del cordone. E subito dopo, come se non bastasse, mio fratello di due anni, geloso per non essere ormai il più piccolo dei fratelli, mi dà una sberla di benvenuto.

 

A quanto pare il tempo sembra darmi ragione! A otto anni m'imbatto in prima persona nella fragilità del genere umano, grazie ad una frattura scomposta del femore destro ottenuta in seguito ad un incidente stradale. Subisco la trazione della gamba senza alcuna anestesia. Se sei un ortopedico o ci sei passato, sai di cosa sto parlando.

 

Mi riprendo rapidamente grazie alla passione per la pallacanestro e inizio a frequentare l'Istituto Salesiani del paese, occupandomi dall'età di 14 anni di eventi, educazione e formazione, sviluppando non poche competenze su ascolto dell'altro, organizzazione e lavoro di gruppo. C'è chi mi vorrebbe prete. Ma io ringrazio e dribblo la proposta.

 

Mi iscrivo con piacere a Giurisprudenza. Prendo un buon ritmo, studiando tre-quattro esami contemporaneamente, mantenendo la media del 28 (/30), senza rinunciare ai piaceri della vita. Ma un giorno, improvvisamente, il meccanismo sino ad allora perfetto si inceppa. Non mi resta che azzerare tutto, fermarmi e ripartire da me stesso, o quantomeno da quello che è rimasto di me: tanti piccoli frammenti di uno specchio infranto. Ci vuole tempo e tanta umiltà e determinazione, ma ce la faccio e gradualmente ritrovo lo smalto di un tempo.

 

Sempre in quel periodo non facile inizio a sentire una strana attrazione dal continente africano. Sono indeciso se cambiare il corso di studi, ma alla fine propendo per terminare quello iniziato e decido che una volta laureato andrò all'estero per imparare l'inglese e lavorare in Africa nel mondo della cooperazione internazionale. Un percorso tutto sommato lineare, no?!

 

Nel 2002, a 25 anni, conseguo la laurea magistrale in legge presso l’Università degli Studi di Bari.

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Sebbene non fosse nelle mie visualizzazioni mentali (nemmeno in quelle più recondite!), svolgo la pratica forense, cedendo alla richiesta di mio padre vista anche la mia scelta di rimanere in Puglia per seguire gli sviluppi di un grave imprevisto familiare. Imprevisto che purtroppo giunge al suo epilogo negativo nel giro di un anno. Il tempo passa. Rimasto in Puglia decido di specializzandomi in Diritto ed Economia delle Comunità Europee (2004) e, grazie agli insegnamenti e alla guida del Dominus Carlo Ciarmoli, nel 2005 conseguo l'abilitazione professionale al primo esame utile. Tuttavia, scelgo di appenderla al chiodo per inseguire il mio istinto prima che il tempo mi divori altro tempo senza aver capito chi sono veramente e dove voglio e posso arrivare. Mio padre, anche lui neo-avvocato, non approva, ma rispetta la mia scelta.

 

Qualcuno ritiene sia impazzito a causa dei famosi imprevisti familiari. Io sono lucido e sereno. So quello che voglio e soprattutto so quello che non voglio.

 

Rischio tutto e riparto ancora da zero, o quasi...

Mi trasferisco a Londra per apprendere la conoscenza dell’inglese con l'obiettivo di inserirmi prima o poi in progetti di sviluppo in Africa. Inizio volutamente a lavorare come cameriere, dandomi due anni per imparare la lingua abbastanza da ottenere un lavoro in ufficio. L'esperienza nella ristorazione si rivela una delle più interessanti della mia vita, formandomi su customer satisfaction e, sembrerà strano, sull'analisi dei processi. Tuttavia, l'obiettivo resta. E così, prima della scadenza che mi ero data, riesce a farmi assumere con un permanent contract da Control Risks Screening Ltd, multinazionale specializzata in attività di indagine e validazione delle informazioni dichiarate da candidati a posizioni manageriali. Lavoro a contatto con decine e decine di giovani colleghi e colleghe provenienti da tutto il mondo. Sto per riuscire ad ottenere una promozione e ad incontrare un manager di una società specializzata in progetti di emergenza in Africa. La strada sembra essere quella giusta. E' l'agosto 2007.

 

Ma il vento degli imprevisti familiari bussa ancora una volta alla mia porta.

E la porta viene ancora una volta aperta. E così, con l'amaro in bocca di chi sa che si sta fermando proprio quando sta per raggiungere un importante obiettivo, faccio bagagli e burattini e scelgo di rientrare a casa, seguendo il profumo degli affetti, senza chiedermi che ne sarà di me.

 

Anche questa volta riparto da zero, o quasi...

Mi assegno però due obiettivi. Tamponare gli imprevisti e fare qualcosa che possa in qualche modo creare le condizioni per restare a contatto con l'estero. Mi iscrivo così ad un corso in Commercio Estero e Marketing Internazionale, con possibilità di stage in tutta Italia. Nel frattempo stabilizzo gli equilibri familiari e creo le condizioni per poter ripartire e, infatti, riparto; questa volta mosso più da una componente sentimentale piuttosto che da una prettamente personale.

 

Anche in questo caso riparto ancora una volta da zero, o quasi...

Lascio la casa e mio padre. Lascio il mio paese e la mia regione. Lascio mentalmente l'idea di ritornare a Londra per trasferirmi a Bergamo. Un meridionale che da Londra torna al Sud e si trasferisce nel Nord Italia! Anche questa, ovviamente, non era frutto di alcuna visualizzazione. Inizio a lavorare come stagista a Milano presso TopSource Srl, società di consulenza direzionale, temporary management e recruitment. Un potenziale principe del Foro che si ritrova stagista a Milano, peraltro vivendo a Bergamo.

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La vita da pendolare è faticosa, specie se si lavora oltre dieci ore al giorno, con un piccolo rimborso per le spese dei trasporti, e spesso trascorrendo anche più di cinque ore in mezzi pubblici. I dubbi sulla scelta fatta compaiono da subito e con essa i problemi. Tutto sommato però, la nuova esperienza lavorativa è interessante, nonostante alcune collaborazioni poco felici, ampiamente compensate dall'incontro umano e professionale con Riccardo Ferrari e Lorenzo Malgieri, allora rispettivamente Amministratore Delegato e Senior Consultant TopSource. Ad ogni modo, l'impegno e la determinazione vengono apprezzati e premiati e così, nel 2008, vengo stabilizzato e incaricato di creare e coordinare la Business Unit di Ricerca e Selezione del Personale, occupandomi di selezione di personale manageriale e specialistico, bilancio delle competenze, orientamento al lavoro, supporto alla redazione del curriculum vitae, analisi, disegno e miglioramento dei processi aziendali. Insomma, mi reinvento ancora una volta e gli apprezzamenti non mancano, né da parte dei datori di lavoro, né da parte di colleghi, clienti e candidati.

 

Tuttavia, paradossalmente, a volte sono proprio i legami di stima o di affetto a trattenere dal fare scelte più in linea con la propria indole e i propri desideri.

 

E' il settembre 2009 e il vento bussa ancora una volta alla mia porta. 

E ancora una volta la porta viene aperta. Ma questa volta scelgo l'opzione di provare a gestire l'imprevisto familiare a distanza. E' necessario un compromesso e lo trovo, sebbene non soddisfa appieno il bisogno di sapere di aver fatto tutto il possibile.

 

Passano quasi tre anni.

I legami sentimentali che avevano contribuito a scegliere di partire sono ormai un lontano ricordo. E non sono i soli. Resta invece la consapevolezza di non aver fatto tutto il possibile per acquietare quel vento e di aver raggiunto una momentanea e sufficiente stabilità economica a scapito dei desideri più profondi. Ma così come metterti due fette di cipolla sopra gli occhi prima o poi ti farà piangere, così se fai finta che la tua voce interiore e il tuo corpo non ti stiano lanciando alcun messaggio, finirai dall'essere sfiancato dal loro silenzio roboante.

 

E così...mi ritrovo ancora una volta davanti a un bivio.

Ho già scelto di lasciare presto Milano e la Lombardia, ma per dove e per cosa? La scelta è importante e l'organismo si prende il suo tempo per mettere in azione una scelta che forse era stata fatta già da tempo. Le alternative plausibili sono ripartire per l'estero o rientrare a casa e cercare di creare qualcosa di mio. La gestazione psico-fisica della scelta dura almeno sei mesi. Praticamente un parto. Un premeditato lungo weekend a casa fuga ogni altro dubbio e mi dona le energie per spiccare il volo. La tensione per la rivoluzione imminente mi gioca un brutto scherzo. Rientrato a Milano divento afono il giorno prima di rassegnare le dimissioni dopo quattro anni esatti di onorata carriera a fianco di TopSource Srl. Un dipendente che vuole licenziarsi, ma non può farlo perché ha perso la voce a causa della stessa decisione che vuole comunicare! E, soprattutto, un lavoratore deciso a rinunciare ad un contratto a tempo indeterminato nel maggio del 2012, in piena crisi nazionale ed internazionale, nonostante egli stesso riceva centinaia di candidature di persone rimaste a spasso dall'oggi al domani.

 

Ma la vita è imprevedibile e mi ha insegnato a rischiare tutto pur di essere me stesso.

E così, rimesse in sesto le corde vocali, nel giro di qualche giorno riacquisto le mie piene facoltà e pongo fine all'esperienza milanese per iniziare forse la sfida più ardua sino ad allora affrontata. Ritornare a casa. Riportare la luce nei ripostigli impolverati di chi l'ha persa da tempo. Provare a realizzare gradualmente tutti i desideri e i progetti che ho in mente, da quelli maturati prima di partire a quelli maturati durante il viaggio. Anche questa volta riparto da zero, o quasi. Anzi no, riparto da me e da tutto quello che sino a quel momento sono riuscito ad imparare e a riporre nello zaino. Prima di tutto la determinazione a farmi guidare dal mio istinto, piuttosto che da quello che gli altri vorrebbero che fossi o che facessi. Poi una bella dose di pazienza, molta immaginazione e tanta voglia di fare, consapevole che questa volta sarò io a soffiare alla porta del vento.

 

Il 23 giugno del 2012 faccio rientro alla mia Itaca, Cisternino, nel cuore della Valle d’Itria, in Puglia. Coltivo una mia antica passione, fondando Luzzart – Syncretic Agency APS, un’agenzia di organizzazione di eventi e promozione di artisti. La passione viene da lontano, cresciuto aiutando sin da piccolo mio padre nell'organizzare le feste de l'Unità, tra cui il visionario Festival de l'Unità della Valle d'Itria, del Salento e del Mediterraneo (1998), o iniziative culturali per l'amministrazione comunale, come ad esempio la Casa del Contadino, il Baccanale cistranese e il Certame cistanese (2003).

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Luzzart dà vita a diverse iniziative, tra cui Festival Terra per la Terra (2012-2014), Viavì - Ristorante Itinerante (2014), Monologo Il Ritorno (oltre 100 repliche in Italia, 2013), ArtTour (2016), ABC - Aiuta i Bambini a Contare (2017-2021) e le installazioni: Mondi di Luce (2018-2019), RAINBOW (2020) - divenuta un "fenomeno social" (La Repubblica),  La natività nel bosco dei sette bauli (2020-2021), Il Ponte dei Desideri (2021), Il Grande Sole (2021) e Firmamento (2021), forse l'installazione di arte contemporanea più fotografata in Italia nell'estate 2021, divenuta subito meta turistica e le cui foto hanno fatto il giro del mondo.

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Sempre nel 2012 creo il marchio SYNCRETIC, un contenitore multi-servizi tra cui SYNCRETICDOOR, un’area dedicata a fornire alle persone gli strumenti necessari a gestire il cambiamento personale o professionale e a supportare le aziende attraverso servizi di selezione del personale, miglioramento dei processi aziendali, bilancio delle competenze e comunicazione. 

 

Nel frattempo, creo i presupposti per far ritrovare il sorriso a chi l'aveva smarrito e visualizzo l'inizio del mio progetto in ambito umanitario, rimasto nel cassetto per anni, consapevole che il vento ha ripreso a soffiare. Ma questa volta il vento sono io.

 

E così nel 2015 inizio una collaborazione con la Base Logistica delle Nazioni Unite di Brindisi UNLB-UNGSC, occupandomi della mappatura e del miglioramento dei processi organizzativi all'interno di un contesto multiculturale, internazionale e dinamico, volto a supportare le diverse missioni di pace sparse per il Sud del Mondo. Il progetto è sfidante e in quattro mesi porta alla identificazione e implementazione di oltre 400 processi di business.

 

Nel 2016 per conto del Comune di Cisternino coordino l'organizzazione della 4a Conferenza Internazionale per la creazione di reti nazionali de I Borghi più Belli dei Paesi del Bacino del Mediterraneo, interagendo con delegazioni estere, ambasciate e ministeri, e ideando e coordinando la prima edizione di MEDITRIA - Festa della Valle d'Itria, del Salento e del Mediterraneo (un implicito - neanche tanto! - tributo a mio padre ormai allontanatosi dalla politica), un contenitore di eventi culturali che anticipa e accompagna i lavori della Conferenza attraverso un percorso di coinvolgimento dal basso della popolazione locale. L'esperienza si rivela tanto interessante quanto epica, vista l'imprevista assenza di fondi e la scarsità di tempo a disposizione (tre mesi, agosto incluso!). Ma ce la faccio, ricevendo il plauso delle delegazioni partecipanti e degli addetti ai lavori e l'invito a presentare in Tunisia il caso di MEDITRIA e della 4a Conferenza, nell'ambito di un evento internazionale sul turismo sostenibile nei piccoli borghi.

 

Recuperate le energie e forte dell'esperienza a Brindisi, vengo selezionato dalla Missione di Pace delle Nazioni Unite presente in Mali (MINUSMA) per condurre un progetto simile a quello realizzato presso la Base UNLB. E' l'occasione che aspettavo da anni per andare nell'Africa Nera. E non me la faccio sfuggire! E così, dieci anni dopo essere rientrato da Londra e aver socchiuso il sogno nel cassetto visualizzato per la prima volta alla fine degli anni '90, il 27 marzo 2017 saluto ancora una volta mio padre e parto con un biglietto di sola andata, in direzione Bamako, alla scoperta dell'origine di quell'attrazione per l'Africa che mi assillava da venti anni senza che mai avessi messo piede in quel continente tanto lontano quanto familiare.

 

E prima ancora di partire prendo subito contatti con una Organizzazione Non Governativa Italiana attiva in Mali per avviare una collaborazione con Luzzart non appena arrivato a destinazione. E così accade. Non appena sul posto, mi ritrovo immerso nella vita pullulante di Bamako, tra frenetici mercati variopinti e orfanotrofi da visitare.

 

E' solo l'inizio di BRICIOLE, l'associazione umanitaria che avevo in mente da anni e che giorno dopo giorno sto costruendo assieme ad un gruppo di amici e compagni di viaggio incontrati in questi anni e assieme a chiunque vorrà mettersi in discussione per capire il proprio ruolo all'interno di questo bizzarro e imprevedibile universo, di cui noi non siamo che una piccolissima parte. Una briciola, appunto, che nel suo piccolo, però, può fare la differenza, specie se in rete con tutte le altre...

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E visto che ti sarà ormai chiaro che non mi è così facile restare fermo, nel 2018 con degli amici maliani ho creato WELCOMEXPATS.COM, un progetto di ospitalità rivolto agli espatriati che si trasferiscono all'estero per motivi di lavoro e attivo al momento in Mali. Tra le finalità vi è quella anche di promuovere gli artisti locali e supportare gli interventi umanitari di Briciole. Il progetto si è rivelato un'opportunità per conoscere ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo!